La cera è tra i materiali per la modellazione, a mio parere e a mia esperienza, quello che meglio si presta in assoluto. Di contro altri artigiani-artisti per creare le proprie sculture trovano più plasmabili la creta e la plastilina.
La fusione a cera persa, nota fin dall’antichità, è oggi usata sia nelle fonderie artistiche per la realizzazione di statue di grandi o piccole dimensioni, sia per oggetti destinati al campo orafo. La cera, infatti, può adattarsi alle varie esigenze richieste da creazioni di così diverse dimensioni e dall’attitudine dell’artista che la plasma. La cera può cambiare consistenza: diventare più morbida, più dura, più elastica e cambiare anche colore. Personalmente per le mie modellazioni, che sono in genere piccoli bassorilievi, medaglie ricche di particolari o lavori di oreficeria, ho adottato una cera particolare tratta da un’antica ricetta, la stessa già usata dal Pistrucci nel ‘700 e rimasta praticamente invariata.
Per i bassorilievi, uso una lastra di cera che si trova comunemente in fornitura, come base, e sulla quale colo, goccia a goccia, la cera da me ottenuta con il procedimento sotto descritto.

Mentre la cera si raffredda e si indurisce, la modello con dei piccoli attrezzi da me creati che hanno delle forme adatte a farla scivolare bene.

Modellato il bassorilievo, se non voglio creare un pezzo unico ed irripetibile, avrò bisogno di uno stampo in “silicone” che otterrò per “colaggio”; in questo modo non fonderò il modello originale che sarà sempre disponibile, ma otterrò una matrice che mi darà la possibilità di creare vari stampi in cera da fondere.
Ma com’è composta questa cera?

La “cera vergine” è l’elemento base. Questo prodotto naturale delle api, va fatto sciogliere completamente a “bagno maria”. Quando si è tutto completamente liquefatto si aggiunge la “carnauba”, una cera vegetale che serve ad indurire il composto. Dopo la “carnauba” si unisce anche la cera delle normali candele che serve ad aumentare la fluidità del composto ed infine il “garzuolo”, un altro tipo di cera vergine molto pura e raffinata.

Si possono inoltre aggiungere anche colori minerali, in caso si abbia l’esigenza di avere una cera di un colore particolare, che si amalgamano molto bene con gli altri elementi.
Il composto così ottenuto viene filtrato e colato su un piano di marmo.Si otterranno così delle lastre di cera pronte per essere lavorate con degli attrezzi scaldati su un’apposita “spiritiera”.

Questo è solo uno dei diversi modi per lavorare la cera. Il procedimento per la modellazione d’altronde è abbastanza soggettivo e credo che ogni artista trovi, con l’esperienza, il metodo più idoneo alla propria sensibilità.

Ringraziando Emma per l’interessante approfondimento ricordiamo che è possibile visitare i suoi lavori su 
http://www.cerapersa.supereva.it
E-mail: cerapersa@supereva.it