Gustavo Aceves a Porto Lotti
Il lavoro di un artista conosciuto in tutto il mondo che si valorizza con una sinergia vincente nel contesto di uno dei più apprezzati approdi turistici italiani. Sculture è un intervento monumentale di arte contemporanea, ideato dall’artista messicano Gustavo Aceves, che da sabato 16 settembre 2017 (vernissage alle ore 18.30 con la presenza anche dell’autore) troverà spazio nella esclusiva area di Porto Lotti alla Spezia. Sculture è visitabile fino al 15 ottobre 2017.
La Spezia – Il progetto di grande suggestione artistica è promosso dalla galleria “Il Forte Arte” di Forte dei Marmi, in collaborazione con Porto Lotti e con il patrocinio del Comune della Spezia. L’installazione è composta da sculture di grandi dimensioni, che fanno parte dell’ultimo progetto del artista dal titolo “Lapidarium”. Ci saranno, ad esempio, due cavalli in bronzo a patina verde adagiati su scheletri delle barche come relitti di una flotta. Con il verde che vuole simboleggiare il Mar Morto, un mare senza onde e senza vita. Un altro prestito eccezionale, concesso in esclusiva dall’artista per questa mostra, è il trittico di cavalli in bronzo nero sul bianchissimo onice che rappresenta la schiuma del mare capace di trasportare i cavalli in viaggio.
La Spezia – Il colore nero degli animali allude al Mar Nero, un mare che ha visto il passaggio delle più antiche migrazioni da e per l’Oriente. Si può ammirare anche un cavallo apode monumentale, alto circa cinque metri, rosso, fuso in ferro ossidato. Anche in questo caso la simbologia è di quelle che ci riportano indietro nel tempo: il Mar Rosso, che si aprì agli ebrei in fuga dall’Egitto e in cammino verso la terra promessa.
Creato nel corso degli ultimi sei anni a Pietrasanta, la Piccola Atene della Versilia, nelle sue rinomate fonderie di bronzo e laboratori di marmo, Lapidarium si articola in un vero e proprio esercito di sculture equestri in bronzo, marmo, legno, ghisa e granito, creando soltanto sculture di esemplari unici. L’artista con “Lapidarium” ha voluto creare una colossale opera dedicata all’autocoscienza dei popoli, dove ogni singola scultura rappresenta un frammento della storia dell’umanità, per non dimenticare gli orrori commessi nel passato e perché, nel suo insieme, costituisca un monito a non ripeterli più. Un messaggio attraverso il quale rinascere migliori. Attingendo all’archeologia, alla mitologia, alla storia dell’arte, l’opera di Aceves riflette sul rapporto che da millenni lega nella storia l’uomo e il cavallo. Con una consapevolezza: il cavallo ha reso il mondo conosciuto più piccolo, meno difficile da esplorare.
Aceves fa rivivere in “Lapidarium”, attraverso una sua originale rivisitazione, la visione di quanto il cavallo sia ancora oggi il simbolo di ciò di più bello e nobile abbia realizzato la cultura figurativa. Un simbolo universale di forza, bellezza, di nobile fierezza, di purezza e di libertà. Ma, nonostante tutto, non c’è niente di vittorioso nei potenti cavalli di Aceves: le barche in cui alcuni viaggiano richiamano alla mente il percorso di Caronte negli inferi, mentre le forme scavate di altri contengono teschi umani, suggerendo una versione del cavallo di Troia in cui solo la morte e la sofferenza arrivano clandestinamente a terra.
E quanto l’opera di Gustavo Aceves sia attuale è dimostrato dal fatto che “Lapidarium” rappresenta il tentativo dell’artista di offrire una risposta dinamica e forte a una delle questioni più pressanti e dibattute dei nostri tempi e dei nostri giorni: l’emergenza migranti. L’artista raggiunge questo obiettivo dando forma al pensiero che si tratti di una crisi dalle radici profondamente ramificate nel Tempo, dal momento che ogni scultura in “Lapidarium” rappresenta un momento di una particolare diaspora della storia antica.
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